venerdì 15 maggio 2015

Produzione: tornare alle piccole comunità

Così come è impossibile frenare di botto una locomotiva in corsa, è impensabile pensare di fermare questo sistema opponendosi frontalmente, in quanto il sistema ormai controlla tutto, e non c'è alcuna via per tale opzione. L' unica via è quella di pensare e mettere gradatamente in atto un sistema di cose PARALLELO che col tempo arrivi a SOSTITUIRSI all' esistente, che finirà per crollare sotto il peso delle sue stesse contraddizioni se solo la gente accetterà di svegliarsi e di non costituire più quella massa di allocchi rincretiniti, tanto facili da ingannare e controllare. Se solo accetterà in una parola di non più alimentarlo, cominciando a trasformarsi da massa di automi eterodiretti in individui pienamente consapevoli.
Il compito fondamentale del nostro nuovo modello produttivo sarà quello di relegare la produzione al suo mero ruolo di necessità, di soddisfacimento di un fabbisogno reale e non dettato dal consumo coatto, garantendo invece l' ottimale sviluppo delle più autentiche e specifiche potenzialità umane. In primo luogo quindi bisognerà escogitare un sistema che annulli o riduca al minimo la lotta di classe, l' invidia, la competizione: un sistema che di fatto non crei classi chiuse, ma che sia invece osmotico ed aperto ad un possibile continuo cambiamento interno. Nel nostro sistema nessuno dovrà più essere indotto all' indigenza o alla disperazione, nè costretto a suicidarsi perchè fallito lavorativamente: la possibile richiesta di lavoro dovrà di fatto superare sempre l' offerta, garantendo sempre la possibilità di reinserimento. Non solo: poichè la nostra Utopia è pensata per lo sviluppo progressivo dell' Uomo, nel nostro sistema l' attività di insegnamento, educazione, possibilità di sviluppo individuale durerà tutta la vita, e non si esaurirà col periodo scolare. Non ha senso quindi che il singolo sia legato a vita ad una attività in base al ricatto esistenziale, in quanto le sue attitudini potrebbero mutare nel corso dell' esistenza: ognuno dovrà essere libero di poter cambiare attività quando ne senta la necessità, non in base al mero guadagno ma alla propria realizzazione. Il lavoro dovrà quindi fornire la massima possibilità di realizzazione personale, e la minima costrizione esistenziale: ci saranno sempre persone diverse, naturalmente portate a diversi tipi di attività, chi a quella manuale, chi a quella intellettuale, chi a quella di relazione, chi a quella creativa, senza bisogno di particolari costrizioni. E questo garantirà anche la "qualità" delle mansioni svolte, in quanto chi non risulterà o non si sentirà adeguato per una mansione sarà sempre libero di poter approdare senza particolari drammi o costrizioni ad una di diverso tipo. 
Impossibile dite ? "Noo, non esiste sporco impossibile" recita una nota pubblicità. Allo stesso modo i limiti che poniamo alla nostra immaginazione, e alla sua realizzazione, sono perlopiù esistenti solo nella nostra testa, e nella "sporcizia" indotta dall' attuale sistema e dal nostro attuale modo di pensare, di percepire e condurre l' esistenza. Basterà cominciare a grattare via tale sporcizia ed investire diversamente le pure energie sottostanti così riportate in luce.

- Come abbattere lo schema attuale. Immaginando il diverso, e cominciando a metterlo in opera. Come abbiamo visto la prima cosa da fare sarà togliere ai mercanti ( e non mi riferisco qui ai piccoli bottegai di quartiere, che invece andranno reintrodotti ) il loro strapotere. La figura del Mercante dovrà semplicemente sparire dal nostro sistema. Questo si può fare solo escogitando un diverso sistema di distribuzione, a carattere gratuito o che comunque abbia un costo minimo, ed incida in modo pressochè nullo sulla produzione. Produzione che dovrà tornare legata al locale ed alla sua vera funzione, di soddisfazione del fabbisogno reale e non asservita all' idea di profitto. Ecco che nel nostro sistema sarà dichiarata fuorilegge ogni attività speculativa, dalla piccola speculazione sul lavoro altrui alla grande speculazione operata da Borse, Banche e Finanza. Parimenti la moneta dovrà tornare ad essere puro mezzo di scambio in uso alla collettività, esente da debito.
Nel nostro schema alternativo l' idea di "trarre il maggior profitto possibile" sarà sostituita da quella di "trarre il maggior sviluppo individuale possibile", nell' ottica non del denaro, non della competizione, ma della solidarietà e dello sviluppo di tutte quelle componenti più prettamente umane che nell' attuale ordine di cose vengono sistematicamente represse. In una parola un sistema che dovrà finalmente servire le persone, e non le cose.

- Sistema produttivo: un passo indietro.  Le cose si controllano meglio se rimangono legate al territorio locale e non assumono proporzioni gigantesche: ecco che tornare ad una produzione legata alle vere esigenze e capacità produttive del territorio sarà più logico che non continuare ad inseguire la stupida teoria della delocalizzazione. Ancora meglio se si riuscirà ad organizzarsi in piccole comunità, dove si torni a fondare l' economia sull' agricoltura, sull' artigianato, e la distribuzione sulle piccole Botteghe di contrada. Meglio se si introdurrà da subito una MONETA PARALLELA, esente da debito, con la quale favorire gli scambi locali e far in modo che la ricchezza prodotta rimanga legata al territorio. E così come la piccola e media industria andrà ben regolamentata e andranno esattamente stabilite le tipologie di merci che sarà utile per tutti vengano prodotte, i settori strategici quali Moneta, Energia, Infrastrutture, Grande Industria, Agroalimentare dovranno progressivamente tornare sotto il pieno controllo della collettività, e tolte dalle grinfie ingorde e devastanti dei Mercanti Internazionali e delle Multinazionali. Non varrà più il detto consumista che "prima si fa la lavatrice e poi si crea il compratore", ma andrà esattamente stabilito se e quante lavatrici ( o qualsiasi altro bene ) servano al reale fabbisogno delle singole comunità, ed in base a quello determinare lo sviluppo industriale.

- La struttura produttiva e distributiva.  Senza bisogno di abbattere in toto l' organizzazione esistente, la struttura complessiva e amministrativa del nostro sistema produttivo potrà mantenersi nell' attuale suddivisione in Comuni, Provincie, Regioni, Nazioni, stante la necessaria premessa di una diversa e "scalare" allocazione della produzione e della distribuzione.
La cellula base sarà dunque il Comune, meglio se ottimizzato in densità abitativa: si dovrà prevedere la possibilità di frazionare i comuni più grandi ed unificare quelli troppo piccoli, in modo ottimale in base alla densità di persone per territorio abitato. Nel comune la produzione base sarà costituita dall' agricoltura condotta su piccoli appezzamenti di terreno, contrastando la tendenza al latifondo, e dal ritorno alla piccola attività artigianale. La distribuzione di base sarà garantita da Empori Locali ( che andranno a sostituire gli attuali supermercati e centri commerciali ) e Botteghe di vicinato, eventualmente regolamentate da licenza per regolarne la diffusione. La tendenza al mercatismo sarà automaticamente limitata dalla struttura di tali Empori, che costituiranno il vero "clou" distributivo, in quanto provvederanno oltrechè alla raccolta, anche alla prima trasformazione e fornitura alla Botteghe ed Artigiani delle merci lavorate e semilavorate: ciò stroncherà ogni pretesa di gigantismo, in quanto anche la catena distributiva dovrà provvedere ad un LAVORO REALE che non sia di puro scambio, e sarà obbligata in questo modo a tenersi doppiamente collegata alla realtà locale. Il monopolio sarà impedito dalla possibilità di fornitori ed utilizzatori di rivolgersi all' uno o all' altro emporio, la cui espansione potrà comunque anche essere legalmente limitata.
La Provincia raccoglierà un numero congruo di comuni, e su base provinciale verrà anche designata la Piccola Impresa, in modo che soddisfi i bisogni industriali interni senza troppo eccedere nè difettare: la produzione della piccola impresa sarà atta a soddisfare le necessità di nuclei familiari, botteghe e artigiani.
Le esigenze industriali di natura superiore saranno regolamentate in sede di Regione, che determinerà in base alla reale esigenza interna la natura produttiva della Media Industria.
La Grande Industria sarà regolamentata in sede di Nazione, che determinerà le reali esigenze di produzione tenendo conto soprattutto delle infrastrutture, delle necessità di fornire semilavorati alla piccola e media impresa, e dei grandi beni di consumo quali macchinari e attrezzature da quelle non prodotti. In sede di Nazione sarà anche decretato il tipo di produzione interna generale, decidendo cosa sia utile e proficuo produrre ed eventualmente esportare, e cosa invece sia da importare. Il criterio generale sarà sempre la salvaguardia dell' integrità della produzione interna.
L' amministrazione di questi enti sarà strutturata in base al principio già visto di "Autorità Razionale", ed il Potere complessivo della struttura sarà autolimitato dai suoi nodi costitutivi di base, la collettività in cui si accentrerà anche il potere, avvicinando molto la nostra costruzione al modello dell' anarco-pacifismo, che vede un potere distribuito e non accentrato, in una società pacifica e collaborativa. Facendo ancora un paragone con Internet, la nostra società ricalcherà il modello della rete Tor, in cui la cellula-base ( il singolo computer ) è al tempo stesso client e server dell' intera rete.

- Proprietà dei mezzi di produzione.  E veniamo al grande tema di ogni organizzazione sociale, ossia chi debba detenere i mezzi di produzione. Proprietà privata o pubblica, capitalismo o socialismo, individuo o stato ? Siamo al solito dualismo, alle solite opposte ideologie che contengono entrambe punti di verità e sovrastrutture spurie, usate dal grande controllore per far opporre la gente ed imporre la propria mano organizzatrice ( la supposta mano nascosta, ma ben tangibile nei suoi disastrosi effetti, di Adam Smith ). "Poichè voi non sapete organizzarvi, avete bisogno del grande regolatore ( e detentore finale di ogni mezzo produttivo ) dei Mercati e degli Investitori Internazionali". E' la solita litania del Mercante, il solito inganno, la solita fiaba sussurrata dall' incantatore.  Analizziamo quindi le cose nella loro nuda realtà: se il sistema privato ha il grande difetto di condurre allo SFRUTTAMENTO, il sistema pubblico ha quello, altrettanto grande, di indurre al DISINTERESSE e CLIENTELISMO. Alla nostra Utopia occorre qualcosa che mantenga i pregi dei due sistemi, eliminandone i difetti.
La vera alternativa ai due opposti sistemi sta nel concetto di COMODATO D' USO. I mezzi e le strutture di produzione, a partire dall' appezzamento di terreno del piccolo agricoltore ( o comunità agricola ) e dalla bottega di artigiani e bottegai, fino allo stabilimento industriale, saranno di proprietà della comunità di riferimento ( Comune, Provincia, Regione, Nazione ), ma donate in comodato d' uso gratuito a chi variamente interessato all' una o all' altra attività. Tale comodato sarà regolamentato da una normativa che preveda l' utilizzo, manutenzione, rinnovo di mezzi e locali a carico dell' utente, che quindi sarà portato a gestirli con lo stesso interesse di un proprietario, pena la revoca del comodato. Una congrua tassazione ( non quella attuale, atta a rifondere un falso Debito Pubblico ) sarà più che sufficiente a sostenere tali strutture, il loro successivo adeguamento e la costruzione di nuove. A livello di industria il lavoro sarà regolamentato come detto nella lettera precedente ( 4 ore lavorative ); la tentazione allo sfruttamento sarà regolamentata in ogni settore da un TETTO DI REDDITO massimo, raggiunto il quale non sarà più possibile guadagnare ulteriormente, ed il ricavato in eventuale eccesso andrà direttamente a beneficio della collettività. Le SpA, così come tutte le società di capitale e strutture finanziarie varie, saranno dichiarate fuorilegge ed esisteranno SOCIETA' DI SOLE PERSONE. Nessuno sarà tuttavia personalmente perseguibile per eventuali fallimenti, in quanto sarà semplicemente revocato il comodato d' uso dei mezzi e locali di produzione, ed il singolo individuo sarà libero di dedicarsi ad altro, fermorestando che saranno comunque considerati reati quelli anche attualmente previsti come corruzione, falso in bilancio, ecc.
Nel modo visto sopra il sistema produttivo non creerà grandi divisioni di classe, i mezzi di produzione non saranno legati al capitale, e l' individuo sarà sempre libero nel corso della sua vita di orientarsi in diverso modo, di cambiare se lo desidera e ritiene necessario.   

- Moneta locale ?  La stampa e l' utilizzo di moneta locale esente da debito da associare all' Euro può essere un grande aiuto nella fase iniziale, fermo restando che sarà imprescindibile raggiungere la piena sovranità monetaria a livello di futura organizzazione superiore, nel nostro caso individuabile con una diversa organizzazione europea ed una BCE tolta dalle grinfie dei Mercanti e tornata di funzione e dominio pubblico.
Perchè non resti l' attività isolata di poca gente di buona volontà, perlopiù vista come innocui club di persone un po' strambe e nulla più, occorrerà tuttavia che tale moneta sia adottata DIRETTAMENTE DAI COMUNI, che potranno in questo modo sopperire all' attuale mancanza di liquidità soprattutto per quanto riguarda l' amministrazione interna dei servizi. Questo potrà non solo indurre progressiva consapevolezza nella gente del grande imbroglio monetario con cui viene attualmente dominata, e renderla consapevole sulla corretta gestione della moneta in vista di una futura sovranità, ma anche come convincentissimo strumento di pressione presso  il Parlamento Europeo sulla concretezza e possibilità di un' eventuale uscita dall' Euro, ed indurlo così a rivedere quei Trattati-Capestro che oggi tanto ci condizionano.
Servirà inoltre a poter parzialmente finanziare quell' opera di trasformazione della struttura di base come vista sopra.  

- Regioni Autonome: un possibile modello ?  Per fare tutto questo sarà necessario tornare giocoforza al nazionalismo, all' autarchia, alle barriere nazionali ? Non è detto, anzi un modello ideale sarebbe un vero federalismo di singole nazioni relativamente autonome, analogamente a quanto fu previsto per lo sviluppo nel dopoguerra di alcune regioni, come il Trentino A.A., particolarmente disastrate dagli eventi bellici.
Cosa succede in Trentino ( o succedeva, fino a poco tempo fa ) ? Che si è avuto uno straordinario sviluppo, connesso al turismo e al territorio, sia delle infrastrutture e beni della collettività che un netto miglioramento delle condizioni di vita del singolo. Pur non essendo una Nazione autonoma, pur non avendo una moneta sovrana. Il trucco stava semplicemente nell' EUFLAZIONE, ottenuta mediante il rientro sul territorio della tassazione, tramite sovvenzioni legate ad uno sviluppo territoriale molto ben precisato e definito. Sviluppo che doveva avvenire sulle reali potenzialità produttive del territorio, quali il Turismo e l' Agroalimentare. Sviluppo che favoriva le strutture piccole e/o a conduzione familiare: non solo il Trentino produce mele e non ananas, ma gli stessi agricoltori e piccoli proprietari terrieri sono divenuti piccoli soci di aziende che provvedono esse stesse sia alla produzione che alla distribuzione del prodotto, andando dalla bottega tipica locale allo scaffale del supermercato negli Usa. Idem per il vino, i formaggi, l' intero prodotto agroalimentare, ed il turismo. In Trentino non ha attecchito la grande distribuzione, non ha attecchito il grande resort nella struttura turistica, non ha attecchito lo spadroneggiamento delle multinazioni semplicemente perchè non aveva terreno fertile su cui poter attecchire.
Questo potrebbe costituire un possibile modello per le nazioni europee, dove l' euflazione interna sia garantita da una BCE tornata a svolgere il suo ruolo pubblico, e la produzione concertata di comune accordo in modo che ogni territorio possa dedicarsi a quanto più strettamente collegato alle risorse locali, scambiando con gli altri il surplus ed importando i prodotti mancanti, anche questi da stabilire con una corretta regolamentazione. Così l' Italia e i paesi mediterranei potrebbero per esempio dedicarsi al Turismo e all' Agroalimentare, e lasciare alla Germania e ai paesi nordici la produzione di automobili, ponendo il limite che è inutile e dannoso avere 1000 modelli di auto, ma che 100 potranno bastare. E se la BCE, tolta al controllo dei Mercanti, stampasse finalmente moneta esente da debito, ecco che non ci sarebbe più bisogno per i singoli stati di tornare alla sovranità monetaria, in quanto l' euflazione interna potrebbe essere garantita da un meccanismo simile a quello dell' esempio trentino. L' insieme delle Nazioni organizzate in tal modo potrebbe costituire quella più veritiera Unione Europea che oggi è devastata dalle scorribande e dalle balle dei Mercanti.     

Cara Amica, torneremo a parlare sia di un concreto modello di sviluppo alternativo, che dell' utilità dell' introduzione momentanea di monete locali parallele all' Euro.

Alla prossima, tuo Patrick Troll